La decisione

Dopo tre mesi eccomi di nuovo quì a scrivere, incollata alla sedia controvoglia. Ho tentato varie volte di iniziare un nuovo post senza riuscirci, in realtà gli ultimi tre erano già sono stati scritti in modo forzato, per dare a mamma la rassicurazione che la mia vita stesse scorrendo come sempre. Lei leggeva questo blog e non potevo esprimere liberamente quello che provavo. Da Aprile però la situazione era precipitata, mamma stava male da Novembre e faticavo a convincerla a farsi vedere da un medico. Un tira e molla che è durato mesi, non è niente… si che stai male… sembrava una bambina capricciosa, irrazionale, poi invece ho capito il suo piano studiato in solitudine, con grande coraggio, lasciarsi morire e basta, con dignità però. Più della diagnosi è stato terribile l’annuncio della sua decisione, la notte ho sognato di supplicarla di non abbandonarmi, di ripensarci, mi sono svegliata col desiderio di telefonarle, di ripeterle quel che dicevano i medici, un’operazione semplice e un po di chemio… sarei certamente riuscita a convincerla. La mia illusione è però durata qualche attimo, subito dopo ho capito che non potevo ridarle la sua vita, avrei soltanto potuto costringerla a trascinare una vita che non era più la sua e che le era diventata insopportabile, e questo non l’ho voluto fare. E’ stato un atto d’amore anche se tanti non l’hanno compreso. Mia madre non moriva per uno stupido cancro all’ovaio destro, trattabile con operazione e chemio, mia madre moriva per beffare la morte e la vecchiaia. Aveva visto accanto a se il degrado mentale e voleva morire lucida, 84 anni è l’età giusta mi ha detto, non c’è neanche arrivata, è morta due mesi prima del suo compleanno. Dopo la sua decisione è quindi arrivata la mia: rispettare la sua volontà e accompagnarla nel modo migliore, del resto lei aveva fatto lo stesso con i suoi amici più cari. Sono stati mesi belli, la dottoressa Amanda della SAMO è arrivata a casa della mamma sorridente, dicendo faremo grandi cose insieme, in un primo momento mi è sembrata una semplice cordialità, poi riflettendoci ho pensato che morire è la cosa più importante della vita dopo la nascita. E mamma è morta alla grande, insegnandomi come si fa. Ci siamo dette tutto quello che avevamo da dirci, abbiamo comprato vestiti allegri, abbiamo cercato di prevenire ogni malinteso, abbiamo fatto tre puzzle, con le ragazze mamma ha cucinato le sue ultime arancine, poi l’ultima pizza al Gallo d’oro, non siamo invece arrivate in tempo per un bagno in piscina. Poi abbiamo organizzato le cose pratiche: non sono di quelli che si converte in punto di morte ed è morta da laica. Abbiamo pensato al luogo migliore e Aspra è stata una scelta naturale, prima di perdere conoscenza mi ha detto in sostanza sono nella stanza originale dell’Aspra, la prima stanza, era stata una scelta dettata dalla praticità che si rivelava profetica, le ho chiesto se quella stanza le piaceva e mi ha risposto: mi sembra tutto perfetto. Non ha sofferto, gli angeli della SAMO ce l’hanno risparmiato, ha avuto soltanto tre giorni di confusione, le avrei evitato anche quelli, volevo proprio che arrivasse lucida fino alla fine, almeno lei, ci sono quasi riuscita. L’ho vista andare via serenamente, in modo molto semplice, ho avuto un presentimento mentre mi ero allontanata per apparecchiare la tavola, sono subito tornata nella stanza e siamo state insieme per gli ultimi tre minuti.

Il lutto ha bisogno del suo tempo, è passato un mese e non so ancora cosa mi aspetta, Emilio mi ha detto che i genitori prima o poi arrivano in sogno, ancora non è successo, è presto. E’ arrivato il dolore acuto e poi quello sordo, che è forse peggiore. Come nel periodo della malattia cerco di riempire le mie giornate di cose da fare, prima erano incombenze mediche, adesso sono burocrazie e rassetti. Quello che mi spaventa di più è però la mia quotidianità. Finito questo ciclone dovrò ricominciare la mia vita e stento a ricordare come era. Sicuramente cambierò casa e quartiere, ma mi occuperò anche di pubblicizzare Elda. La vita deve continuare.

Non so chi mai leggerà questo post, ma se qualcuno cerca un aiuto in un momento come quello che appena ho passato, consiglio vivamente di rivolgersi agli angeli della SAMO, medici e infermieri che sanno rispettare la dignità del malato accompagnandolo fino alla fine; a Palermo si trova in via Giusti 33, il numero di telefono è 091 6251115.

Comments

4 comments on “La decisione”
  1. carla brusa ha detto:

    non sapevo che tua mamma non c’è più. mi dispiace per il tuo dolore. anch’io sono passata per questo dolorissisimo momento e, guarda caso, è iniziato tutto proprio in sicilia.
    sei piacevole e chiara nella scrittura, ti leggerò.

    carla

  2. federico leto ha detto:

    ecco, se cominciassimo finalmente a imparare a morire forse riusciremmo anche a imparare a vivere…
    è molto bello quello che hai scritto e anche molto vero quello che dici degli angeli della SAMO che abbiamo avuto il piacere di conoscere e di apprezzare in un momento analogo in cui non ti aiuta proprio nessuno…
    un bacio

  3. grazie, per l’affetto dimostrato a mia madre, per l’appoggio che mi dai e per la tua sensibilità

  4. eugenia ha detto:

    parole commoventi,per me che volevo bene a tua madre,
    fu proprio lei a dirmi,quando morì mio padre, che il lutto vuole il suo tempo.per me furono 10 mesi circa poi a poco a poco ho ricominciato a vivere
    però è vero le persone care tornano in sogno, a me è successo tante volte e sono stata felice

    n.b.filanmente è arrivato il libro Elda da Feltrinelli, domani Alfonso me lo darà

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