…e loro erano rimasti lì, dei romantici perdenti arroccati come carbonari in quel palazzo… ma se loro erano i perdenti, chi erano i vincenti? I mafiosi che vivevano braccati dentro le stalle, nelle stesse condizioni di vita dei contadini del dopoguerra?
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Elda, 55° e ultimo capitolo
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Elda cap. 54, L’attentatuni
Dai balconi si affacciava la gente e molti, tantissimi, scendevano in strada e si univano alla catena. Si vedevano moltissimi lenzuoli alle finestre e ai balconi, alcuni scritti, altri semplicemente bianchi. Ai crocicchi delle strade c’erano gruppi che aspettavano la catena per unirsi: boyscout in divisa, preti con i propri parrocchiani; poi i gruppi diventarono folle di persone. La maggior parte di quella popolazione non riuscì mai ad arrivare a destinazione, tanto era affollato quel tragitto di oltre due chilometri, che poi in via Notarbartolo si trasformava in una calca impenetrabile.
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Elda cap. 47, Foglie al vento
“Ragazzi, fece Elda più ragionevole – dateci il tempo di ricevere il colpo - quando avevo la vostra età credevo che il massimo della trasgressione fosse rappresentato dai rapporti prematrimoniali. Noi di questi discorsi non riusciamo a capire nulla.” “Andiamoci con calma” - fece Pietro girandosi verso di loro e cercando di rientrare in se - ma non lo sapete che con questa roba si muore?” “E perché non lo dici a zio Giulio, con tutto il whisky che si beve?” - fece Ruggero. “Sei un insolente villano!” - urlò Pietro “Ruggero, questo colpo basso da te non me l’aspettavo.” - fece Elda. “Mi state facendo sentire male!” “Papà scusa, ma perché te la pigli con tutti e due? Io che c’entro? Io in quella lista non ci sono.” - disse Dario “Ma quanto sei fifone – gli rispose suo fratello
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Elda cap. 46, Perdite
Ignazio afferrò la cornetta e ascoltò l'ultima parte della conversazione, gli si ammollarono le gambe e si buttò nel divano, impietrito, a guardare il vuoto.
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Elda cap. 42, Il Boom
Le due cognate sposavano nuove teorie pedagogiche volte a responsabilizzare i bambini, concedendo loro il massimo della libertà. Ottavia aveva un’intensa vita sociale fra vernissage, concerti, presentazioni letterarie e rassegne cinematografiche e quando era a casa stava nel suo studio a dipingere o a scrivere recensioni. Elda spendeva quasi tutta la giornata fuori casa fra il lavoro al giornale e l’attività di sezione. La sera le due case ricevevano fino a tardi, non proprio occasioni formali anzi, veniva gente di ogni tipo vestita in qualsiasi modo.
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Elda cap. 39, Il circolo del cinema
Il circolo divenne il luogo preferito dei giovani palermitani al punto da essere corteggiato da altri gestori di cinema. Per la stagione 1951-52 stava in cartellone La Terra Trema di Luchino Visconti che conteneva un messaggio politico molto esplicito, la censura si accanì contro la pellicola al punto che il circolo ebbe proibizione di trasmetterla in città. I giovani soci però riuscirono a gabbare i censori proiettandolo in un piccolo cinema di Monreale e assicurandosi centinaia di spettatori col solo mezzo del passaparola.
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Elda cap. 37, Anni intensi
Il matrimonio fu frettoloso, festeggiato soltanto da confetti e spumante italiano. Gli sposi furono accompagnati al molo del Postale di Napoli, con il quale sarebbero salpati per un breve viaggio di nozze in Italia. Pietro aveva ricevuto in dono da suo padre una macchina fotografica Rolleiflex, con la quale ritrasse, dalla nave, la folla che si era radunata al molo per salutarli.
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Elda cap. 36, Elda e Pietro
C’era voluta una grande vittoria per dare a quei ragazzi il coraggio di dirsi la verità, avevano atteso per mesi quel momento e volevano goderselo tutto, nient’altro aveva importanza, nemmeno la fine di una monarchia.
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Elda cap 35, Un matrimonio diverso
Quel giorno lo sposo mostrava tutta la gioia che aveva in corpo, abbracciava continuamente Ottavia guardandola compiaciuto, era felice di avere attorno tutte le persone che gli erano care, poter vedere riuniti i suoi genitori, la sua nuova famiglia e i compagni del partito; in fondo, pensava Elda osservandolo, a suo modo sarebbe stato un marito affettuoso e Ottavia aveva sufficiente allegria per tutti e due.
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Elda cap 34, La Redazione
Ci volevano due sguardi benevoli per sopportare la vista della Palermo devastata, violentata, stravolta: della chiesa di Santa Lucia al Borgo, completamente distrutta, si vedevano soltanto le colonne ioniche, via Emerico Amari aveva palazzi crollati per metà o del tutto e per terra i cumuli di macerie costringevano le biciclette a contorti passaggi obbligati. Elda e Pietro, come gli altri ragazzi italiani di quel dopoguerra, sembravano cuccioli svezzati nello spazio angusto di una tana, per difendersi da un predatore sempre diverso e sempre in agguato: bombe, soldati tedeschi e poi soldati americani. Avevano le zampe che volevano scalciare perché nulla era ancora stato loro concesso dei desideri della giovinezza, come correre a perdifiato, schiamazzare per strada, ridere sotto un lampione.